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1+1 non fa 2, ossia le variabili del cantiere

Immagine del redattore: Arch. Valentina SportelloArch. Valentina Sportello

Aggiornamento: 23 apr 2021


Qualche tempo fa avevo letto un articolo dove la ristrutturazione creava nell'essere umano uno stress secondo solo ad un lutto familiare. :-/

Confesso che il paragone mi era sembrato davvero eccessivo, ma praticando da diversi anni la libera professione e il mondo delle ristrutturazioni ho rivisto la mia convinzione.


La ristrutturazione viene generalmente accolta con gioia e novità da parte dei committenti, tanto che l'architetto e l'impresa sono dei personaggi ben visti e amati all'inizio, ma ben presto il loro umore muterà perchè già stanchi dal probabile trasloco, saranno ulteriormente stressati dalle spese importanti che stanno affrontando e vittime di ritardi e incertezze.

Questo scenario apocalittico in realtà si può mitigare partendo dal presupposto che il cantiere è un'avventura piena di variabili e di attori che ci girano attorno, quindi 1+1 non farà sempre 2.





Come buon inizio è bene affidarsi ad un tecnico abilitato, perchè se è vero che chi fa da se, fa per tre, è anche vero che un professionista tenterà di seguirvi il più possibile e attraverso una buona progettazione e un controllo del cantiere, valuterà e si interfaccerà con l'impresa da voi selezionata, perchè ne avrà le competenza tecniche (il "mi piace guardare trasmissioni sulle ristrutturazioni o fare lavoretti in casa" non vi renderà dei tecnici).

L'impresa va scelta preferibilmente in base al computo metrico redatto dal tecnico e quotato da tutte le squadre contattate, per evitare che ci siano delle voci date per scontate, poi soggette a pagamento ulteriore nel corso delle lavorazioni.

Infine come base di partenza è bene stilare un contratto di appalto da allegare al computo metrico, questo tutelerà sia impresa che committenza (e a volte anche il tecnico) perchè ciò che è scritto è verificabile, mentre le parole spesso son dimenticate.


Consiglio di continuare a scrivere brevi "memoriali" durante tutto il corso delle lavorazioni, per evitare lo spiacevole "ah se solo l'avessi saputo" spesso pronunciato dal cliente, rendiamoci consapevoli in quanto tecnici che la committenza non ha sempre chiare le nostre mosse e che spesso per timidezza non ha il coraggio di dirci che quella determinata cosa, tanto bella per voi, a loro non è affatto chiara.


Nei mesi di cantiere ne succederanno tante è vero, ovviamente in questo processo l'errore umano o la svista ha un peso molto importante ma teniamo anche presente che è un manufatto artigianale (ossia fatto con le mani e pensato con la penna) e gli errori sono per lo più risolvibili, specie se visti per tempo.


Ricordiamoci infine che in un clima di normale confronto tra tecnico, cliente e impresa, si lavorerà in un clima di collaborazione perenne con l'obiettivo di concludere le lavorazioni nel miglior modo possibile e in tempi accettabili...e forse nella maggioranza dei casi 1+1 si avvicinerà di molto a 2.
















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